Dopo l'applaudita partecipazione alla Biennale di Venezia 2007, la mostra "Realismo Trascendentale: L'Arte di Adi Da Samraj" sarà esposta dal 23 febbraio al 22 giugno a Firenze. La mostra avrà luogo nel Cenacolo di Ognissanti, che per la prima volta ospiterà opere di arte moderna.
Al centro dell'esposizione è un'opera monumentale di scintillante bellezza, "La Finestra di Alberti I" (137 cm x 1,419 cm). Il titolo si riferisce a Leon Battista Alberti, l'architetto e filosofo fiorentino le cui teorie sulla prospettiva e il 'punto di vista' fanno da contrappunto all'arte trascendentale di Adi Da Samraj, che si propone di guidare lo spettatore 'oltre il punto di vista.'
"La Finestra di Alberti I" è una delle opere più ambiziose dell'artista. In essa, Adi Da 'capovolge' il paradigma del 'dipinto come finestra' proposto da Alberti. Invece di creare l'illusione della prospettiva, un'illusione che comunque presuppone l'esistenza dello spettatore e quindi rinsalda il senso di identità, "La Finestra di Alberti I" invita lo spettatore ad abbandonare il proprio senso di identità tramite la sua partecipazione in un mondo libero dalla prospettiva.
Il noto studioso e critico Achille Bonito Oliva, curatore della mostra collaterale di Adi Da Samraj alla Biennale 2007, osserva: "Il lavoro di Adi Da mi ha immediatamente riportato ad un termine greco, usato anche in italiano per designare l'apparizione e cioè, l'epifania. L'immagine in Adi Da è epifanica nel senso che si presenta non in termini oggettivi e nemmeno in termini soggettivi. Non appartiene nè all'universo della ricerca artistica del ventesimo secolo, sulla sperimentazione ottico-percettiva, su tutto un filone che si è sviluppato negli anni '50 e '60, e nemmeno dall'altra parte ad una creazione espressionista che tende a rappresentare l'identità, la soggettività."
Che l'opera di Adi Da venga esposta nel Cenacolo di Ognissanti, che ospita il famoso affresco "L'Ultima Cena" di Domenico Ghirlandaio (1480 circa), è occasione propizia e opportuna. In fatti, Adi Da afferma: "L'arte che creo e faccio ha uno scopo profondo. Quindi, l'arte che creo e faccio può essere osservata veramente e appieno solo in un contesto che sostiene questo scopo ... Un tempio tradizionale o una chiesa hanno lo scopo culturale e artistico di aprirci a quello che è al di là – uno spazio trasformante, che è completamente protettivo e allo stesso tempo esigente."
La mostra è resa possibile dal patrocinio della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino ed è organizzata dal Comitato Promotore Inverno a Firenze.